Vi sarete chiesti che fine avrò fatto nel frattempo, o magari vi siete dimenticati di questa pazza schizofrenica...
Beh, vi aggiorno...
Come dite? Non è necessario?
Sì, capito, non ve ne fregherà un tubo ma in questo lunghissimo lasso di tempo, ne son successe di cotte e di crude, di tutti i colori, per tutti i gusti insomma...
Non vi tedierò con la storia della mia vita, sappiate che ho fatto la Rivoluzione, e grazie a dio ho ancora la testa fissata sul collo... pace all'anima di Marie Antoinette e delle sue brioches.
Però una cosa ve la dico, sto preparando un bel diario di viaggio...
Dovrete aspettare un po', devo sistemare le foto, scrivere qualcosa di decente e ve lo pubblicherò... chissà, magari a puntate...
Vi ho lasciati con l'ennesima nevicata di un inverno troppo lungo, e ora vi scrivo che sembra estate. Non esistono più le mezze stagioni...
Vi chiederete che ho fatto in questo periodo, immagino. Oppure no, di sicuro avrete di meglio a cui pensare che non siano le folli elucubrazioni mentali di una schizofrenica maniaca compulsiva della scrittura con il perenne sdoppiamento della personalità (quando va bene, altrimenti qui c'è un trio o un quartetto che difficilmente suona la stessa melodia)...
Ho una novità: sono diventata, insieme ad altri, redattrice di una nuova rivista online che si chiama "Il fascino degli intellettuali".
Ancora mi chiedo perché abbiano fatto questa scelta. Forse perché ancora non mi conoscono molto bene. Quindi, finché non si renderanno conto del loro errore, scriverò anche qui: http://fascinointellettuali.altervista.org/
Quindi, se qui vedrete poco movimento, sappiate che mi sto scervellando per scrivere qualcosa di intelligente... E questa è un'ardua impresa, mi rendo conto...
Dopo aver scritto di musica, con i Piano Guys (lo stesso che ho pubblicato qui) e di arte con un quadro di Richter, in queste settimane mi sono dedicata ad un articolo molto più corposo e complesso dedicato al mio animale preferito: il gatto.
Dall'Egitto al Medioevo, dall'arte alla letteratura, dalla pittura alla cinematografia, ho provato a fare una piccola ricerca sulla raffigurazione del piccolo felino, trovando quadri stupendi, libri e personaggi affascinanti, scene di film memorabili i cui protagonisti "miciosi" hanno avuto un ruolo importante.
Salvatelo sul vostro computer, ci sono link attivi alle immagini ingrandite e alle pagine di wikipedia relative agli artisti (pittori e scrittori) corrispondenti.
Tre influenze in meno di cinque mesi la dicono lunga su quanto mi stia sugli zebedei l'inverno 2012-2013.
E mentre la mia seconda personalità si è presa una vacanza alle Maldive (o erano le Seychelles?), sono qui aspettando la primavera, bramando il sole e le belle giornate, desiderando di poter finirla un giorno di indossare mutande di lana di pecora, maglioni sformati, piumini d'oca giuliva con cappuccio, sciarpe, guanti e stivali mammut a pelo lungo…
Quando esco di casa tutta intabarrata, nemmeno i vicini mi riconoscono e quasi mi mettono in mano 1 € perché mi scambiano per un clochard…
Ancora mi chiedo come ho fatto ad ammalarmi così tante volte, visto che indosso sempre quintali di indumenti, strato su strato come una matrioska.
Che mi serve la palestra? Il mio esercizio fisico quotidiano è la vestizione al mattino e la svestizione la sera. Perderò ben qualche etto o no?
«Sì ma sono gli etti dei vestiti che ti togli, mica il tuo peso»
Eccola che è tornata… Com'erano le Seychelles?
«Ah non so, non ero lì, ero ai Caraibi, ascoltando i "Dirotta su Cuba" e mi è quasi caduto in testa un meteorite»
E figurati, tanto per cambiare sono stata sfiorata dalla fortuna… Qui tutto bene, le solite cose, c'è stato Sanremo.
«Ah, e chi ha vinto?»
Il "Re Matto", e poi ci sono le elezioni, ma che ti frega, tanto voto io…
«Belle notizie no?»
Bella non so ma si è dimesso il papa.
«… dai, è un scherzo?»
Sì, ma da prete.
«Non posso allontanarmi un attimo che succede di tutto»
Eh già, ma tu non hai mai pensato di dimetterti?
«Ma sei fuori?! Posso mica lasciarti da sola in questo mondo che cade a pezzi!»
Eh sì, è un lungo inverno e ancora non è finito… Mi sa che devo tornare dal mio analista.
Se pensate che abbia intenzione di parlare di politica, siete completamente fuori strada. Ci sono migliaia di articoli e conversazioni sull'argomento. Cercate pure su Google se vi interessano.
Qui parlerò del mio Paese, quello con la P maiuscola, fatto di persone con la P maiuscola, e non intendo disquisire sui politici con la p di pirla…
Qualche settimana fa, il 17 gennaio per l'esattezza, è stata la giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali. Sì, lo so, sono un po' in ritardo ma avevo bisogno di tempo per elaborare la cosa e riflettere sulle conseguenze.
Ho scoperto della giornata dedicata al dialetto, proposta dall'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia tramite l'amica Lucia, presidente della Pro Loco di Carcare che ha avuto la brillante idea di creare l'evento del 17 gennaio su facebook (sempre sia lodato) e, successivamente, il gruppo "Dialetto per diletto", aperto a tutti 365 giorni l'anno.
E l'iniziativa, partita dalla Valbormida, ha coinvolto l'Italia intera, con post scritti in ogni dialetto con relativa traduzione per i non autoctoni. Post non sempre scritti correttamente, senza la trascrizione fonematica come da dizionario di lingua straniera. Ma tutti erano coinvolti, chiamati a partecipare e a dare anche solo un piccolo contributo. Senza preconcetti né discriminazioni per la posizione geografica, e neppure la paura di essere giudicati o presi in giro. Ognuno ha messo una tessera per costruire un bellissimo mosaico fatto di proverbi, parole, suoni che ci hanno avvicinati un po' di più. Nonostante il periodo elettorale in corso...
Ecco che a leggere quegli interventi, mi sono sentita un po' più italiana. Non ero solo valbormidese, ma anche genovese, cuneese, mantovana e persino di san Giovanni Rotondo. E tutto questo mi ha fatto tornare indietro di 2 anni, quando nella piazza del mio paese è arrivata una fresca ventata di Sicilia: il concerto di Mario Incudine.
Dalla sua biografia: «Cantante, attore, ricercatore, musicista e autore di colonne sonore, Mario Incudine è uno dei personaggi più rappresentativi della nuova world music italiana. Collabora fattivamente con Simone Cristicchi, Ambrogio Sparagna, Clara Murtas, Fausta Vetere, Lucilla Galeazzi, Fratelli Mancuso, Carlo Muratori, Nino Frassica, Mario Venuti, Tosca, Antonella Ruggiero e Kaballà. Ha duettato con Artisti come Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Peppe Servillo, Alessandro Haber e Francesco Di Giacomo (banco del mutuo soccorso). E’ il direttore dell’Orchestra EtnoMediterranea, una formazione di 18 musicisti provenienti da tutte le aree del magreb, che ha debuttato il 1 luglio 2008 al Teatro di Verdura di Palermo ospitando il virtuoso suonatore asturiano di gaita midi Hevia e la cantante tunisina Zorha Lajnef. È direttore dell’orchestra “SeteLuasOrkestra” produzione speciale del festival Sete sois sete luas presieduto dai premi nobel Dario Fo e Josè Saramago.»
Insomma, un grande musicista siciliano che quest'anno aprirà pure i concerti di Franco Battiato. E lo abbiamo avuto a Cengio, e non per sbaglio, visto che ci è venuto due volte in due anni di fila…
Un concentrato di sonorità e ritmi trascinanti, che difficilmente si riescono ad ascoltare seduti senza la tentazione di alzarsi e ballare. Testi non solo leggeri e allegri ma anche di sentimento e di denuncia sociale, come "Lu trenu di lu suli" dedicato alle vittime della tragedia di Marcinelle.
E poi le ballate e le canzoni tradizionali, spiegate prima di cantarle in modo che siano comprensibili a tutti. E ogni spettatore è coinvolto in prima persona, cantando un ritornello o battendo le mani a tempo. Insomma, protagonisti tutti, sia il cantante e i suoi musicisti sul palco, sia il pubblico di fronte ad esso.
Difficile non essere toccati da questa sferzata di vento di Sicilia, dal sentore di agrumi e di melodie mediterranee.
Ho cominciato il post parlando dei dialetti in Italia, mi sembra che questa strofa della canzone "Italia talìa" (Italia guarda) di Mario sia una degna conclusione.
Italia talìa,
st'Italia c'aspetta na sula bannera
ne n'capu e ne sutta
Italia talìa
quanti parlati strani
e l'italia ca voli canciari ammiscannu 'i culuri
Perché questa è la verità: l'Italia è un miscuglio di colori e di dialetti strambi.
In fondo, siamo un bel mosaico, ed è bello farne parte.
E' difficile pensare alla musica
classica senza immaginare un palco, un'orchestra sinfonica e il suo direttore,
con l'eleganza tipica di una grande soirée anche se magari è mattina e
siamo nella Sala d'Oro del Musikverein di Vienna per il Concerto di
Capodanno. Ma quest'immagine stereotipata nel nostro immaginario collettivo è
ormai tramontata. E a questa rivoluzione hanno pensato The Piano Guys, un team
di straordinari musicisti - videomakers e collaboratori vari - che non solo
reinterpretano i classici e le novità musicali del momento con i propri
strumenti, ma offrono ai loro fans dei video fantastici ed imprevedibili.
Il progettoThe Piano Guys
è iniziato in un negozio di pianoforti nella cittadina di St. George, Utah. Un
giorno, mentre Paul Anderson stava vendendo pianoforti, Jon Schmidt entrò e chiese se poteva usarne uno per esercitarsi prima
di un concerto. Paul rimase stupefatto dal suo talento e cominciarono a creare
video musicali insieme. In un primo momento, i pezzi erano molto semplici, ma
col passare del tempo iniziarono a creare produzioni sempre più professionali e
coinvolgenti. Dopo aver girato alcuni video, Jon presentò a Paul un
violoncellista con cui suonava da diverso tempo, Steven Sharp Nelson, la
cui bravura era al di là di qualsiasi cosa avesse mai visto. Anderson fu così
conquistato dalla musica di Schmidt e Nelson che nel 2011 decise di chiudere il
suo negozio e di dedicarsi a tempo pieno al gruppo, occupandosi del loro primo canale
youtubeche vanta al momento più di 216 milioni di visualizzazioni. Nel frattempo, data l'enorme popolarità, è stato creato anche un secondo canale.
I loro video sono un concentrato di grande
musica, una miscela di classica e pop, di effetti speciali degni di un film
(favolosa la parodia di Star Wars con un
inaspettato Dart Fener che suona l'organetto), location naturali suggestive ma
anche inusuali per un concerto (come una pista di pattinaggio su ghiaccio nel
centro di una grande città). Originale l'arrangiamento di brani di autori
classici con la modernità di colonne sonore, come il video "Code Name Vivaldi", basato sul soundtrack di "Bourne
Identity".
The Piano Guys hanno all'attivo
diverse collaborazioni con artisti a livello mondiale, si sono già esibiti in
concerti in tutto il mondo, richiamando un folto pubblico e sono stati ospiti
di trasmissioni televisive internazionali. Nell'ultimo video pubblicato è stata
reinterpretata la colonna sonora di Mission Impossible
con la partecipazione della violinista Lindsey Stirling. I
loro brani sono in vendita su itunes e i loro video sono estremamente
"virali", raggiungendo consensi e migliaia di nuovi fans ovunque nel
mondo nel giro di un click.
Hanno il grande merito di avere
avvicinato ad un genere che da sempre è considerato "di nicchia", un
pubblico sempre più numeroso e anche più giovane che mai lo avrebbe fatto
prima, rendendolo di fatto più accessibile e più coinvolgente, anche con la
condivisione sui principali social network.
Sentire i Piano Guys è veramente
una sorpresa, anche se ha un effetto collaterale: difficilmente potrete farne a
meno!
I componenti di The Piano Guys in breve
Jon Schmidt, figlio di
immigrati tedeschi, ha cominciato presto a studiare musica. Grazie ad un grande
talento naturale e al suo impegno nello studio, Schmidt ha iniziato a comporre
già all'età di 11 anni e impartiva già lezioni di piano quando la maggior parte
delle persone otteneva la patente di guida. Il successo nella carriera da
solista era già arrivata quando era poco più che ventenne. Ha al suo attivo
molti album ed esibizioni in pubblico e ha collezionato molti premi. Lui è
entusiasta di raggiungere un pubblico più ampio attraverso il progetto The
Piano Guys.
Steven Sharp Nelson ha
studiato violoncello con Ryan Selberg, Stephen Emerson, e John Eckstein. Ha
conseguito una laurea in musica presso la University of Utah School of Music
nel 2002. La sua vera carriera di violoncellista è iniziata quando aveva 15
anni con la Breinholt Band. Da allora ha registrato più di 100 album diversi
che spaziano dal folk e bluegrassall'hip hop. Nelson ha uno stile inconfondibile, è un pioniere della
"cello-percussion", un metodo alternativo di performance
che combina le tecniche tradizionali con un non convenzionale violoncello
pizzicato e la tecnica percussiva. Ha iniziato lo studio del violoncello
all'età di 8 anni, percussioni all'età di 12 anni e la chitarra all'età di 17
anni. Ha inventato un nuovo metodo per suonare il violoncello che combina
elementi tratti da ciascuno di questi strumenti.
Al Van Der Beek ha
aperto il suo studio di registrazione nel 2004 e dal 2011 collabora a pieno
ritmo con The Piano Guys lavorando come produttore, compositore, tecnico del
suono e coreografo. “Mi sento molto fortunato perché posso fare ciò che amo:
creare e condividere musica edificante e stimolante con il mondo."
Paul Anderson è produttore e operatore video del gruppo. Dice che se riesce a continuare a fare questo, sarà per sempre un ragazzo felice.
Tel Stewartha
studiato Comunicazione con specializzazione in produzione cinematografica
digitale. Usa in genere la sua abilità tecnica per far diventare realtà la
magia dei Piano Guys.
Giunge il tempo degli auguri agli amici e parenti, il telefonino diventa un prolungamento dell'arto e uno strumento indispensabile. Si scrivono e si ricevono sms per tutto l'arco della giornata…
Ed ecco che arriva la mamma.
Colei che ti ha dato la vita e in svariati momenti della tua infanzia e adolescenza (ma anche dopo, ve lo assicuro) ti ha rinfacciato codesto fatto creandoti i sensi di colpa se non le insegnavi ad usare il cellulare.
Quindi che hai fatto? Le hai insegnato a scrivere gli sms.
Però, e sottolineo il però, «tu sei più veloce» e ti mette in mano il suo telefono da Flintstone, che non è uno smartphone, che non si collega ad internet, che non ha installate tutte le app più cool del momento, non ha il touch screen e soprattutto, non ha impostato il T9.
Da un anno uso un Nokia C6-Rinco, acquistato appositamente per la presenza, sotto lo slide, di una fantastica tastiera Qwerty, ma prima di questo, ogni mio telefonino era provvisto del sistema T9, quindi scrivevo velocemente comunque, anche se dovevo impazzire a salvare nuove parole che non erano nel dizionario.
Ora, se mi ritrovo in mano un cellulare diverso, la prima cosa che faccio è cercare di digitare sullo schermo anche se non è un touch screen e chiedermi il perché non funziona.
Quando poi realizzo che lo schermo non risponderà mai a nessuna delle mie "pressioni", comincio a cercare il menu per trovare la funzione messaggi.
Quando arrivo ai messaggi e comincio a scrivere, mi rendo conto che devo cercare lettera per lettera e inizia il vero delirio...
Dove sono le maiuscole? Dov'è la punteggiatura? Qual è il tasto che cancella l'ultima lettera digitata?
Se per inviare un sms col mio telefono ci metto pochi secondi, per inviare lo stesso messaggio col telefono di mia madre ci metto un'eternità.
Ergo, spero di non sentire più la frase «Scrivi tu che sei più veloce».
Le chiederò di metterlo tra i suoi propositi per l'anno nuovo…
… e adesso non fate facile umorismo con il mio cognome…
Mi piacerebbe proprio sapere perché è tanto difficile per me passare una stagione, anzi, anche soltanto una mezza stagione, senza prendermi degli accidenti.
Già fatto raffreddore, bronchite, tonsillite ed ecco che si ripete…
Se i Maya hanno predetto una nuova era, per me rimane la stessa solfa, non c'è verso di avere un po' più di salute per le vie primarie respiratorie…
E' anche un mistero da Kazzenger il perché l'ostruzione delle narici avviene contemporaneamente alla decisione sofferta di voler andare a dormire.
Nel momento stesso in cui posi la testa sul cuscino, il naso perde la sua funzionalità.
Dormire sta al raffreddato come respirare ossigeno sta al pesce fuor d'acqua.
Quale legge dell'anatomia umana si regge su questa strana equazione?
Chissà... intanto io sono costretta a riempirmi di aspirine e di viks vaporub come quando ero bambina. Il vasetto rimane lì sul comodino tutto l'anno, ormai è un amico che saluto prima di andare a nanna sperando di non averne bisogno.
Da ieri sera il mio amico Viks ha un nuovo compagno di comodino, il libro della Littizzetto "Madama Sbatterfly". Leggo cose divertenti, perché se mai dovessi leggere qualcosa che mi commuove, oltre ad avere il naso chiuso per il raffreddore, mi si intasano pure i condotti lacrimali ed è davvero un delirio…
Beh, mi spalmo distesa con un libro, posso sempre immaginare di essere in spiaggia…
Quasi quasi cambio abat-jour e mi metto una lampada abbrozzante, unisco l'utile al dilettevole… Se poi potessi pure inalare lo iodio delle Cinque Terre, respirerei 'na meraviglia!